ADHD

“non so più cosa fare!” “siamo esausti di doverlo riprendere in continuazione!” “non so più come gestirlo!”

Queste sono solo alcune delle affermazioni che sovente ascoltiamo da genitori ed insegnanti di bambini irrequieti e disattenti, che hanno difficoltà a rimanere attenti o a lavorare su un compito per un periodo prolungato, in relazione all’età e alle richieste dell’ambiente.

Che Cosa è?

Con la sigla ADHD (Attention/Deficit Hyperactivity Disorder) si fa riferimento ad una categoria di persone che hanno difficoltà legate alla disattenzione, all’iperattività e all’impulsività.
Il Disturbo è caratterizzato da livelli invalidanti di disattenzione, disorganizzazione e/o iperattività-impulsività con una conseguente compromissione nel funzionamento personale, sociale, scolastico e/o lavorativo. In particolare:

la disattenzione si concretizza, sul piano comportamentale, con divagazioni dal compito, assenza di perseveranza, difficoltà nel mantenere l’attenzione e disorganizzazione, che non risultano imputabili ad una mancata comprensione o ad atteggiamenti di sfida;
l’iperattività implica un’eccessiva attività motoria, un dimenarsi, la sensazione che il bambino sia “sotto pressione”, loquacità; questi comportamenti non sono appropriati rispetto alla situazione/momento in cui si manifestano;
l’impulsività si manifesta con azioni estremamente affrettate e che avvengono all’istante, spesso con elevato rischio per l’individuo. L’impulsività può esprimere un desiderio di immediata ricompensa, manifestandosi anche con comportamenti invadenti, come ad esempio interrompere gli altri in modo eccessivo, prendere decisioni importanti senza riflettere sulle possibili conseguenze nel lungo termine.

I sintomi dell’ADHD possono variare a seconda dello specifico contesto e il disturbo si differenzia in tre sotto-tipi:

Manifestazione combinata, tipica in età evolutiva e caratterizzata da un quadro combinato di sintomi di disattenzione e d’iperattività-impulsività;
Manifestazione con disattenzione predominante;
Manifestazione con iperattività-impulsività predominanti:

Qual'è la causa?

L’Istituto Superiore di Sanità definisce l’ADHD come un disordine neuropsichico causato da alterazioni funzionali di aree specifiche del Sistema Nervoso Centrale, in particolare dei circuiti cerebrali che sono alla base dei comportamenti di inibizione e autocontrollo. I fattori coinvolti sono di tipo

genetico, data la presenza di un polimorfismo genetico e il coinvolgimento di più geni (DAT1, DRD2. DRD4)
neurobiologico, caratterizzato da differenze nella struttura, nel funzionamento e nelle connessioni cerebrali,
ambientale, con riferimento ad eventi accaduti durante la gravidanza (infezioni, stress della madre, uso di sostanze), prematurità del bambino, lesioni cerebrali del bambino dopo la nascita dovute a traumi, tumori, ictus ecc.

Che Cosa si può fare?

Il trattamento dell’ADHD prevede un intervento multimodale in grado di combinare interventi di tipo farmacologico, psico-educativo e psicoterapeutico.
Nei casi più gravi è previsto un intervento farmacologico attraverso la prescrizione da parte del neuropsichiatra infantile di psicostimolanti.
Il progetto riabilitativo, individuale e/o di gruppo, prevede un lavoro centrato sul potenziamento dell’attenzione, sull’incremento di un maggior controllo dei comportamenti impulsivi e all’acquisizione delle abilità di problem solving.
Inoltre, per favorire migliori risultati durevoli nel tempo è fondamentale un percorso combinato di strategie cognitive e comportamentali per aiutare il bambino, i genitori e gli insegnanti a raggiungere una piena comprensione del problema e nella gestione dei comportamenti problematici riscontrati.

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